28.10.15

Sentiero di Palliccio e WWOOF Italia

Oggi è arrivata questa gradita mail: "Abbiamo ricevuto la relazione del coordinatore e il Consiglio, dopo aver vagliato le informazioni in nostro possesso, ha valutato positivamente la tua richiesta: siamo felici di accettarti come soci di WWOOF Italia!" Dal 2016 quindi, il Sentiero di Palliccio farà ufficialmente parte del movimento mondiale che mette in relazione i volontari con "progetti rurali naturali promuovendo esperienze educative e culturali basate su uno scambio di fiducia senza scopo di lucro, per contribuire a costruire una comunità globale sostenibile".

23.6.15

Chiusura strada alle auto

In questi giorni verrà portata a compimento la chiusura della strada che corre parallela al sentiero, limitatamente al tratto in cui questa è in terreno privato, a fianco di una abitazione. La vecchia strada infatti, è da anni completamente chiusa perché ricoperta di alberi e rovi; quella attuale era stata costruita di lato, ma passava in un terreno privato. Quindi le automobili non potranno più passare da cima a fondo perché la strada è interrotta. E questa è senz'altro una buona notizia.
Chi vuole percorrerla a piedi, può come sempre superare l'ostacolo camminando lungo il sentiero parallelo.
Chi invece vuole utilizzare la mtb da oggi può usare un altro percorso, che ho realizzato sempre all'interno dell'area del sentiero e che solo in un breve tratto è sovrapposto ad esso, ma più largo, comodo e veloce. In questo modo pedoni e appassionati di mtb non si incroceranno quasi mai.
Sto provvedendo in questi giorni ad installare l'apposita segnaletica per le biciclette. (MP)

14.4.15

Il tracciato su GPSies

GPSies.com è forse il più simpatico e completo sito per lavorare e visualizzare tracciati fra i molti disponibili in rete. Si tratta in buona sostanza di una banca dati dedicata agli itinerari a piedi o in bicicletta in tutta Europa: soltanto in Italia ce ne sono circa diecimila. Tra questi ora c'è anche il Sentiero di Palliccio che così viene ulteriormente condiviso fra tutti gli appassionati. E' possibile visualizzare il percorso utilizzando varie mappe a disposizione del sito ed ovviamente scaricare il file GPX relativo.


7.4.15

Upupa

Non hanno forse trovato l'accoglienza sperata, viste le basse temperature, le upupe che in questi giorni si vedono intorno al sentiero. Vengono dai paesi caldi, dove hanno trascorso l'inverno, e qui da noi iniziano i riti che porteranno all'accoppiamento, alla deposizione e alla successiva schiusa delle uova. Sono animali molto belli, facilmente riconoscibili, dal caratteristico grido un po' lugubre che poi ha dato anche il nome alla specie. Sui cibano per lo più di insetti, e per difendersi talvolta ricorrono ad una pratica originale: spruzzano un liquido maleodorante dalle ghiandole che hanno sopra la coda contro il predatore.


2.4.15

Primula vulgaris

Le primule si chiamano così perché derivano dal latino primus, in quanto spesso sono i primi fiori che compaiono dopo che si è sciolta la neve. Ne esistono circa cinquecento specie diverse, e questo bell'esemplare è stata fotografato al sentiero, in uno dei punti più incantevoli, sotto ad un salice e vicino al fosso.


24.3.15

Prunus spinosa

E' tra i primi arbusti ad annunciare l'arrivo della primavera con la sua bella fioritura bianca, che si trasformerà nel blu dei piccoli frutti tondi alla fine dell'estate. In questi giorni il sentiero ne è pieno, ed è un piacere camminare in mezzo a loro. Si tratta di una pianta spontanea, molto diffusa ovunque, e la specie qui presente è la Prunus spinosa. Dai suoi frutti si ricavano delle bevande alcoliche, mentre la corteccia era un tempo utilizzata per colorare la lana ed il legno come combustibile. In fitoterapia, infine, ha proprietà purganti, diuretiche e depurative del sangue.


17.3.15

Salviamo i rospi

Capita di frequente, in queste serate di fine inverno, quando scende un po' di pioggia, di incontrare lungo la strada numerosi rospi. Sono lì soprattutto perché nel periodo fine febbraio - inizio marzo, al termine del letargo, svolgono una migrazione primaverile per giungere nel luogo dell'accoppiamento e lungo le strade hanno anche maggiore facilità di mangiare alcuni insetti. Questi rospi sono infatti degli animali molto utili per l'uomo e per tutto l'equilibrio naturale: si cibano di lumache, insetti, piccoli roditori, e per questo si può capire quanto siano importanti ad esempio nei dintorni di un orto. Purtroppo per ignoranza e pregiudizio talvolta vengono uccisi volontariamente dall'uomo. Come se non bastasse, anche l'inquinamento e la distruzione delle piccole zone umide, contribuiscono alla loro scomparsa. In terzo luogo, lungo le strade sono facilmente colpiti dalle auto, e infatti in molte zone d'Italia e d'Europa si organizzano veri e propri trasferimenti da un lato all'altro della carreggiata per evitare la loro morte. Ma noi con una guida attenta e prudente possiamo evitarli e questo sarà un grande vantaggio per tutti noi. Occhio ai rospi, dunque!


10.3.15

Le siepi spontanee

Fino a pochi decenni fa, la campagna era un ambiente complesso e armonico costituito da campi, siepi, fossi, alberature e macchie boschive, che l'agricoltura moderna ha cambiato radicalmente.
In circa 30-40 anni sono state eliminate l'80% circa di siepi, alberature e macchie. La meccanizzazione e la monocoltura necessitavano di ampi spazi e le siepi erano d'intralcio, così sono state in gran parte eliminate.
Solo da poco tempo si è compresa la grande importanza delle siepi.
E' infatti in queste siepi che, man mano, si installano insetti utili, uccelli, rettili e piccoli mammiferi; essi portano al costituirsi di una grande variabilità ecologica che si autocontrolla, impedendo lo sviluppo eccessivo di parassiti dannosi per le nostre piante.
Le siepi proteggono dal vento, dall'erosione, aumentano la variabilità architettonica e la biodiversità.
Molte zone del sentiero sono state lasciate a siepe.

2.3.15

Orientamento

Anche in un sentiero breve (due chilometri e mezzo circa) e ben segnalato come il sentiero di Palliccio, si può avere la curiosità di trovare l'orientamento. Letteralmente: trovare l'oriente, cioè capire in che direzione si sta andando. Soprattutto per motivi didattici: ai bambini in visita infatti spieghiamo sempre alcuni metodi più o meno precisi per capire dove si trovano il nord e gli altri punti cardinali. Oltre alla bussola, alle stelle, alla posizione e al movimento del sole, si può fare riferimento ad un'altra possibilità per capire, quando siamo all'aria aperta, dove si trova il nord. Nella foto qui sotto si vede un bel cerro (Quercus cerris) che si incontra lungo il percorso. La parte esposta grosso modo verso il nord, quella cioè che non riceve mai i raggi solari, si riempie di muschi e licheni e risulta ben diversa da quella esposta verso il sud.


23.2.15

Agazzino

L'agazzino è un arbusto spinoso e sempreverde con un portamento cespuglioso e denso e un’altezza massima di 2,5 m. Vegeta dal livello del mare fino a circa 600 m.
I sottili fusti di colore marrone scuro tendono a svilupparsi in maniera abbastanza disordinata, producendo una densa chioma tondeggiante; sono muniti di lunghe spine acuminate.
Le foglie sono di piccole dimensioni, di colore verde scuro, ovali, lucide, leggermente coriacee; in primavera produce innumerevoli piccoli fiori a stella, di colore bianco, profumati, che attirano gli insetti impollinatori.
In autunno sulla pianta maturano i piccoli frutti tondeggianti, riuniti in grappoli, di colore arancione. I frutti sono commestibili, e possono essere utilizzati per preparare confetture. Restano spesso sulla pianta fino alla primavera successiva e ancora adesso in diverse parti del sentiero li si possono ammirare.
Il nome del genere Pyracantha deriva dai vocaboli greci pyr (fuoco) + acantha (spino); il nome della specie coccinea deriva dal latino coccineus (rosso).


16.2.15

Sambuco

E' un arbusto o alberello che arriva a 7 m di altezza e al sentiero ci sono diversi esemplari, dalle parti dell'ingresso sud, lungo il fosso. Quello raffigurato qua sotto lo stiamo sistemando perché era completamente ricoperto di edera e vitalba. Anche il cartello verrà presto sostituito.
La pianta presenta rami con midollo molto grosso, bianco, leggerissimo e compatto. Le foglie sono opposte, imparipennate, di solito con 5 foglioline ovato-lanceolate ed appuntite, seghettate ai margini. I fiori sbocciano in primavera-estate, sono piccoli, odorosi, biancastri, a 5 lobi petaliformi, riuniti numerosissimi in infiorescenze ombrelliformi molto ampie. Essi maturano numerose piccole bacche globose nero-violacee.
Tutte le parti della pianta sono tossiche per la presenza di cianuro e vari alcaloidi. Fanno eccezione i fiori e le bacche mature (ma non i semi al loro interno). Escluse le estreme regioni settentrionali, il sambuco vive spontaneo in tutto il continente europeo, dalla pianura fino a 1500 m di altitudine. Ha grande adattabilità sia al terreno che alle condizioni climatiche e anzi si comporta spesso da infestante (si diffonde soprattutto ad opera degli uccelli che sono ghiotti delle sue bacche).
È una specie molto diffusa in Italia soprattutto negli ambienti ruderali (lungo le linee ferroviarie, parchi, ecc.), boschi umidi e rive di corsi d'acqua.
Dal legno del tronco si ricava un legno duro e compatto, utilizzato come combustibile e per lavori al tornio; il legno dei giovani rami al contrario è tenero e fragile e non trova applicazioni pratiche.


9.2.15

Anno Internazionale dei Suoli

L'ONU ha proclamato il 2015 Anno Internazionale dei Suoli. Lo scopo è quello di porre maggiore attenzione ad essi, perché dalla terra e dalla sua cura dipendono sia il cibo sia la sicurezza per tutti noi. Secondo la FAO oltre un terzo dei suoli sono degradati a causa di vari fattori, tra i quali l'erosione, l'acidificazione, l'inquinamento, in gran parte causati da comportamenti umani. Di questo passo, intorno al 2050 l'ammontare mondiale dei terreni coltivabili e produttivi scenderà ad un quarto rispetto al livello del 1960. I suoli sono una risorsa pressoché dimenticata, e la sfida è quella di gestirli in maniera sostenibile, considerato che questa pratica è molto meno costosa rispetto al loro recupero.
Nel corso della prossima primavera, al Sentiero di Palliccio, avrà luogo una piccola iniziativa dedicata all'Anno Internazionale dei Suoli.


2.2.15

Il sentiero al contrario

Il sentiero ha un verso? Sì. Lo si dovrebbe percorrere in senso antiorario, o almeno così è stato disegnato e così è disposta la segnaletica. Che si cominci dall'ingresso nord, quello sulla provinciale, oppure dall'ingresso sud, quello dopo i pannelli fotovoltaici, cammineremo sempre seguendo il verso contrario al percorso delle lancette di un orologio. Ma bisogna fare per forza così? No. Anzi, chi è pratico del percorso, e non rischia di perdersi, farebbe bene ogni tanto a fare un giro in senso contrario, perché in questo modo c'è la possibilità di vedere cose che nell'altro verso sfuggono. Il panorama è diverso, le piante sono disposte diversamente, e si vedono scorci di bosco che abitualmente ci sfuggono. Buona passeggiata... al contrario!

28.1.15

Lavori d'inverno

Prendo a prestito una foto dell'anno scorso, di questi tempi, perché la situazione è più o meno la stessa. In questo periodo al Sentiero mi dedico sia alla manutenzione del percorso, potando le piante che impediscono il passaggio, e cercando di limitare l'espansione dei rovi e di altri arbusti, sia al rinnovo di quella parte della cartellonistica messa a dura prova dalle intemperie. Per lo più quest'anno si tratta di sostituire alcuni cartelli dedicati alle piante e agli animali, che si sono staccati o deteriorati, mentre la segnaletica di direzione appare tutta in buono stato. Se qualcuno avesse a disposizione una plastificatrice e mi permettesse di stampare una quindicina di fogli formato A4, sarebbe un bell'aiuto economico! Naturalmente vale sempre l'invito ad un aiuto anche nei lavori di ripulitura. Grazie!

19.1.15

Le latrine del tasso

Tra gli animali selvatici presenti al Sentiero uno dei più simpatici, ma non facilmente visibile, dato che si muove abitualmente di notte, è senz'altro il tasso, il cui nome scientifico è Meles meles. Appartiene alla famiglia dei Mustelidi, è un onnivoro che si ciba anche di radici, lumache, piccoli serpenti. Se incontra la vipera, spesso è quest'ultima ad avere la peggio, dato che il tasso è immune al suo veleno. L'inverno lo passa per lo più in letargo, in tane che scava con le sue robuste zampe. Talvolta nelle stesse tane ha una sorta di coabitazione con la volpe. Una delle tracce più evidenti della sua esistenza al Sentiero è la presenza di latrine: piccole buche scavate nel terreno dove lui, animale abitudinario, depone i suoi escrementi. Se ne possono vedere almeno un paio nella zona chiamata Punto di ascolto e osservazione: una nei pressi della grossa quercia ai margini della radura, l'altra più su, lungo la strada d'accesso, che è quella raffigurata qua sotto.


12.1.15

Bracconaggio

Siamo in pieno periodo di caccia, e anche al sentiero, nonostante sia un luogo dove la caccia è vietata, capita talvolta di incontrare qualche individuo armato. La scusa è sempre la stessa: mi è scappato il cane, lo sto cercando. L'obiezione, di conseguenza è sempre la stessa: se sta cercando il cane, perché è sceso dal fuoristrada con il fucile. Il finale, è sempre lo stesso: insulti del cacciatore che posa il fucile in auto e dopo un po' se ne va. Questi sono quelli che si incontrano di giorno. Di notte, il via vai di fuoristrada è ugualmente presente, e ancora più ambiguo. Come difendersi? Chiamando la Polizia Provinciale, o il Corpo Forestale dello Stato, segnalando le situazioni che ci sembrano sospette. Ecco i riferimenti: Polizia Provinciale Distaccamento, strada Amelia-Giove, 5, tel. 0744 978822, polizialocaleamelia@provincia.terni.it; Corpo Forestale dello Stato, Stazione di Amelia, viale Europa, 135, tel. 0744 982890.

5.1.15

A piedi o in bicicletta?

Fino a qualche giorno fa nella descrizione qua a fianco c'era scritto che il sentiero era percorribile soltanto a piedi. Su sollecitazione di un amico ci siamo resi conto che in realtà esso è ben fruibile anche dagli appassionati di mountain bike, con qualche avvertenza: in alcuni punti il sentiero è molto stretto, giusto lo spazio del manubrio; in altri la salita è piuttosto ripida e in questo caso può essere consigliabile scendere dalla bicicletta. Ad ogni modo, sia per chi lo percorre a piedi, sia per chi lo fa in mtb, le prescrizioni sono sempre le stesse: non uscire dal sentiero, non danneggiare la segnaletica, evitare di fare rumore e non spaventare gli animali. Buone passeggiate e buone pedalate!